Nelle ultime settimane svariate testate giornalistiche presenti sul web, e non solo, hanno previsto un sistema di filtri all’accesso ai contenuti: difatti, viene previsto la necessità di sottoscrivere un abbonamento (c.d. paywall) ovvero l’autorizzazione dell’utente all’installazione di cookie o altri strumenti di tracciamento dei dati personali (c.d. cookie wall) per poter visualizzare i contenuti.
Tale previsione non è certamente sfuggita ai vari utenti che hanno tempestivamente provveduto a segnalare detta circostanza al Garante della Privacy che, in data 18.10.2022, ha emesso un comunicato annunciando l’avvio di un’istruttoria per “valutare l’adozione di eventuali interventi in materia”. Con successivo comunicato del 21.10.2022, pur ribadendo l’apertura di “una serie di istruttorie per accertare la conformità di tali iniziative con la normativa europea”, l’Autorità ha chiarito come la normativa europea non escluda la possibilità da parte del Titolare del sito di subordinare l’accesso degli utenti ai contenuti richiedendo di prestare il consenso per attività di profilazione od il pagamento di denaro e, tuttavia, appare necessario esaminare la vicenda al fine di comprendere i parametri di liceità di tale attività.
Sul tema appare opportuno rammentare come, con linee guida pubblicate in G.U. il 09.07.2021 e che trovano applicazione dal gennaio di quest’anno, fossero state previste le indicazioni in materia di cookie ad altri strumenti di tracciamento che tutti i siti devono adottare nella predisposizione delle cookie policy e dei cookie banner. In particolare, tra le innovazioni previste da tale documento, veniva chiarito come lo “scrolling”, ossia lo scorrimento in senso orizzontale o verticale di un testo o di un’immagine sullo schermo, non potesse essere considerato un consenso implicito da parte degli utenti, nonché la necessità di non prevedere la preselezione automatica dei cookie non essenziali.
Con tale provvedimento, tuttavia, il Garante aveva anche precisato come non si potesse ricorrere ai c.d. “cookie wall” (ovvero dei “muri” che gli utenti possono superare soltanto accettando i cookie del sito), fatta salva l’ipotesi in cui il sito consenta di accedere a un contenuto o a un servizio equivalenti senza prestare il proprio consenso all’installazione e all’uso di cookie o altri strumenti di tracciamento. Del resto, anche il Comitato europeo per la Protezione dei Dati (EDPB), nelle sue linee guida sul consenso, ha confermato che l’uso dei “cookie wall” non costituisce una modalità valida per ottenere il consenso per il trattamento dei dati personali nell’UE. Appare chiaro, difatti, che la presenza di tali “muri” non consente agli utenti di decidere liberamente se prestare o meno il proprio consenso all’utilizzo dei cookie: difatti, per poter accedere al contenuto del sito, si troverebbe obbligato ad acconsentire al tracciamento.
Tuttavia, sebbene queste siano state le indicazioni fornite dall’Autorità, molti siti stanno ricorrendo ai cookie wall od ai paywall, ragion per cui appare necessario una pronuncia sul punto al fine di vagliare la correttezza di tale condotta.
nota a cura del Dott. Carmine Paolo Sessa, privacy specialist e data protection officer